Dalla rubrica TUTTA SALUTE della Rivista di Lugano del 21 luglio 2017, un articolo di Christian Ricetti e Marco Schiavi, medici d’urgenza di Croce Verde Lugano.
TUFFI ESTIVI A RISCHIO DI ANNEGAMENTO
L’ANNEGAMENTO È UN EVENTO CHE PURTROPPO APPARTIENE ALLA CRONACA DELLE NOSTRE REGIONI, RICCHE DI FIUMI E LAGHI. CONSISTE NELLA MORTE PER ASFISSIA, SECONDARIA A SOMMERSIONE O IMMERSIONE IN UN LIQUIDO.
I dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità mostrano che l’annegamento non intenzionale rappresenta la causa dello 0,7% di tutte le morti nel mondo (esclusi gli annegamenti dovuti a catastrofi). Se prendiamo i dati ticinesi dal 2000 al 2014 abbiamo la seguente casistica:
Vi sono fattori di rischio per l’annegamento, che sono: il sesso maschile, l’età inferiore a 14 anni, il basso reddito, la scarsa educazione, la residenza rurale e, infine, i comportamenti che possono aggravare lo stato di coscienza, come l’uso di bevande alcoliche o l’esistenza di alcune malattie (nei pazienti affetti da epilessia il rischio aumenta da 15 a 19 volte rispetto a quelli sani). Il processo di annegamento si divide in cinque fasi: 1) fase di sorpresa: una profonda, ma rapida, inspirazione riflessa (in seguito a stimoli termici e meccanici scaturiti dal contatto con il mezzo annegante) che compie l’individuo appena caduto nell’acqua; 2) fase di resistenza: durante l’immersione le prime «boccate» d’acqua provocano uno spasmo serrato della glottide che impedisce la penetrazione di altra acqua nei polmoni; in questa fase l’individuo si agita e cerca di riemergere; 3) fase dispnoica: quando non è più possibile trattenere il respiro, il soggetto inizia affannose respirazioni disordinate sott’acqua che durano un minuto e provocano l’introduzione di grande quantità di liquido nei polmoni e nello stomaco; 4) fase apnoica: si perde conoscenza, con abolizione dei riflessi, coma profondo e arresto del respiro (stato di morte apparente); anche questa fase dura circa un minuto; 5) fase terminale: boccheggiamento e arresto cardiaco.
È utile segnalare anche una differenza di evoluzione dovuta al tipo di acqua nella quale avviene l’annegamento: se salata o dolce. Quella salata, infatti, altera l’integrità della delicata membrana alveolo-capillare polmonare, favorendo il passaggio negli alveoli di fluidi, plasma ed elettroliti, e creando un effetto simile a quello che si verifica in corso di edema polmonare acuto cardiogeno con ulteriore riduzione dello scambio di ossigeno e anidride carbonica. Se la vittima viene rianimata, il processo dell’annegamento può essere interrotto. La rianimazione inizia sulla scena dell’annegamento e continua in ospedale. Può essere necessario procedere alla respirazione artificiale (naso-bocca o bocca-bocca) se l’attività cardiaca è ancora conservata, ma non tutti i soccorritori occasionali se la sentono di procedere a tali manovre; oppure al massaggio cardiaco esterno, se si riscontra anche l’arresto cardiaco (se possibile richiedere agli astanti di procurare un dispositivo per la defibrillazione automatica). Sono cadute in disuso le tecniche di compressione della gabbia toracica per eseguire contemporaneamente una liberazione dei polmoni dall’acqua e una respirazione artificiale meccanica, perché meno efficaci della respirazione artificiale appena descritta.
Appare evidente che tale infortunistica possa suscitare nel personale dell’emergenza il desiderio di approfondirne le conoscenze, contribuendo alla riduzione del numero dei decessi o degli esiti invalidanti secondari all’ipossiemia. E questo sia per il contributo che possono offrire nel trattamento, sia per il ruolo di prevenzione di tali accidenti, aumentando il livello di informazione alla popolazione. La raccomandazione più importante per il lettore è però quella di considerare il pericolo che prestare soccorso a un annegando comporta per il soccorritore se la vittima non si trova già fuori dall’acqua. Se infatti non si è ben addestrati e allenati, si corre il rischio di lasciarsi trascinare sott’acqua dai tentativi disperati dell’annegando di sottrarsi a questo destino.